Da Ylmaz, passando per Bielsa, fino a Silva: qualcuno punta il dito contro la società.
Tra fax rotti, allenatori futuri che non prendono l’aereo per Roma, è davvero colpa di Claudio Lotito?
O dei suoi emissari?
L’ultima bastonata è anche, fortunatamente, la prima di questa sessione "slim" del calciomercato.
David Silva-Lazio, tutto si è sgonfiato all’improvviso come si era montato, con la firma del calciatore con la/il (fate un po’ voi) Real Sociedad.
Club sbucato fuori dal nulla, solo al momento dell’ufficialità.
Tare attacca, il papà di David risponde che i capitolini erano a conoscenza dell’interesse spagnolo…. Insomma, in tutto questo caos, c’è chi punta il dito in direzione sor Claudione.
Ma è davvero colpa sua?
Purtroppo, per quanto nell’immaginario di molti il padre padrone di Formello è visto con in tasca chissà quale potere divino, nulla ha potuto sulla volontà di Silva e consorte.
Arrivato agli scampoli di carriera, 34 anni nel calcio equivale al pre- pensionamento, ha scelto la vicinanza alla famiglia, la Liga ha potuto offrirgli ciò.
Forse non aveva più voglia di dannarsi in affannose corse in Champions, preferendo il pallone divertente e lontano dalle pressioni.
Una piazza assai più moderata di quella laziale.
E per quanto alcuni vogliano farci credere che Lotito incarna tutti i mali del mondo e sia in possesso di oscuri poteri, nulla aveva potuto nemmeno sull’indole scellerata di Bielsa. Se lo chiamano "el Loco", un motivo dovrà pur esserci.
Suggestioni esotiche, colpi difficili da inseguire, ben distanti dal più mite Escalante dell’Eibar.
Ora, la delusione è comprensibile e fa parte del calciomercato, ma le prese di posizione assolutiste le trovo un’esagerazione di cui volentieri farei a meno.
Il popolo laziale è diviso in due:
Quelli che denigrano Silva e consorte, quelli che se la prendono con la società nella persona di Claudio Lotito.
E se la verità fosse nel mezzo?
In una specie di concorso di colpa?
Abbiamo imparato negli anni che la semplice "parola" non costituisce un contratto, la Lazio ha la piccola pecca di "rimandare".
O dentro o fuori: semplice, dannato e subito.
Dopo Ylmaz, Giroud, Bielsa e Van Persie vari, siamo tutti un po’ annoiati, oh, i nomi blasonati piacciono a tutti soprattutto a noi coi Vavro, Durmisi e compagnia cantando.
Tare ha pescato negli anni grandi profili sconosciuti, ma con quelli più noti, oltre Klose/Leiva, non ha mai avuto troppo appeal.
Ritengo però lo stesso inopportuno questo scagliarsi contro la società, "ma tanto ce massacrano in Champions", è diventato pure un po’ stucchevole.
Parliamoci chiaro; la Champions League non è il torneo "Nastro Azzurro dopolavoro" della litoranea Ostia/Anzio.
Magari ci avrebbero massacrato anche con David Silva, guardare il Barcellona culla di ragazzoni stellari che ha strappato il record dei 7 gol presi della Roma.
Oh, stiamo parlando dello stesso Barcellona di un certo Leo Messi.
Se parliamo di "assenteismo" sul mercato, soprattutto a gennaio, allora capisco la frustrazione, ma Lazio che doveva fare con  Silva?
Sinceramente non me la sento di criticare e prendere Lotito a pesci in faccia. E non sono lotitiana, lunge da me il "pro o contro".
Lo sai in partenza che puntare a certi calciatori è un rischio, rischio ampiamente prevedibile, ma nessuno ti vieta di provarci lo stesso nel motto supremo del "magari ce casca".
Fu così anche con Giroud, un ripensamento improvviso da parte dell’allenatore Lampard che decise di rimetterlo in campo.
Eh, quanto sono belle le persone quando se ne vanno!
Siamo tutti d’accordo che una società con ambizioni da "big" non deve solo provarci e deve riuscirci, annacce vicino conta solo a bocce dice un vecchio saggio, ma ancora non siamo tra quelli che buttano 70/80 mln su un tavolo e preparano ingaggi a partire da 5 mln a stagione.
Certe scelte di rotta puoi fiutarle, provarci era doveroso. 
L’errore con David Silva da parte della società, è stato solamente quello di lasciare infiammare la stampa, di non bacchettarla ad ogni "È tutto fatto", "Parla da laziale", "Sta già a Formello".
Lotito avrebbe dovuto tirarsene fuori già agli albori di certe corbellerie.
Un altro sbaglio è stato non recepire i segnali, i tentennamenti da parte del giocatore.
– Va beh, Davide (con voce urlante di Lotito), non la tiramo per le lunghe-.
Attaccare il telefono e tirarsi indietro immediatamente.
Un colpo diretto che avrebbe fatto meno male del Sociedad.
E, immaginando Lotito furioso, un’alzata con annesso ribaltamento della sedia, ci sarebbe stata pure bene.
Altro che top!

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